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Decreto ristori: Come funzionano i contributi a fondo perduto

Come funziona il ristoro a fondo perduto

Già prima del via libera al decreto, il ministro dell’Economia aveva anticipato qualche informazione sugli indennizzi: “Tutti coloro che hanno fatto domanda di contributo a fondo perduto lo riceveranno in automatico”.

Secondo i dati forniti dall’Agenzia delle Entrate, sono state presentate oltre 2,3 milioni di domande di accesso ai contributi a fondo perduto, per oltre 6 milioni di euro. Il decreto Ristori vale quasi altrettanto, 5,4 miliardi.
A chi vanno i contributi a fondo perduto del decreto Ristori: i codici Ateco

Sono quattro le fasce di aiuto individuate nel decreto Ristori:

100% delle somme già incassate con il dl Rilancio per gli esercizi e le attività costretti a chiudere alle 18 (pasticcerie o gelaterie);
150% per chi ha subito un danno parziale, come i ristoranti, che a pranzo sono aperti e la sera possono lavorare con il servizio di asporto;
200% per le categorie più danneggiate, vale a dire quelle attività costrette a chiudere: cinema, teatri, palestre, piscine, sale giochi, scommesse o bingo, centri termali, centri benessere e fiere;
400% per le attività chiuse ancor prima del Dpcm del 24 ottobre (sale da ballo e discoteche).

Ad esempio un ristorante che aveva ricevuto 2.600 euro dal contributo a fondo perduto previsto dal decreto Rilancio, con il nuovo meccanismo vedrà aumentare di 1,5 volte tale importo, arrivando fino a 4.000 euro.

La platea dei beneficiari includerà anche le imprese con fatturato maggiore di 5 milioni di euro (con un ristoro pari al 10% del calo del fatturato).